Tecnica


 LA BICICLETTA, IL SUO USO IN GUERRA E NELLA RESISTENZA

Nel lontano 1898 tempi in cui stava avvenendo una trasformazione tecnologica ed industriale, l’allora tenente dei bersaglieri Luigi Camillo Natali, s’ interesso’ alla bicicletta mezzo ancora molto rudimentale.  Ma fu un meccanico milanese Edoardo Bianchi ad intuire le possibilita’e gli sviluppi che tale mezzo avrebbe avuto, e apri’ un’officina ed inizio’ a costruirne un certo numero.
Il Ten. Natali dei bersaglieri, fu il promotore dell’uso della bicicletta presso il Gen. Ferraris il quale entusiasmato dall’idea di dare ai bersaglieri un mezzo veloce per azioni militari incarico’ il sopracitato tenente di formare una prima compagnia di Bersaglieri ciclisti. E fu cosi’ che il 15 Maggio del 1898 nacquero i famosi Bersaglieri ciclisti  con bici molto pesanti sui 30kg ,con ruote con gomme piene. Fu anche l’anno in cui  durante i moti di Milano il Gen. Fiorenzo Bava Beccaria, Regio Commissario straordinario  represse nel sangue la rivolta contro la popolazione che protestava per l’aumento del grano e del pane da 35 a 60 cent. al kg, e ordino’ che nella provincia di Milano non circolasse nessuna bicicletta, triciclo e tandem. Questi furono i primi esordi delle biciclette. I bersaglieri con un ordinamento del 1910 ebbero un Battaglione di ciclisti per ogni reggimento, vennero soppressi nel 1919 dopo la fine della 1° G.M.
Nel 1924 i 12 Reggimenti rimasti vennero trasformati in ciclisti, e questo organico fu cambiato nel 1936.
La bicicletta era ed e’ un mezzo di trasporto che permette a tutti gli strati popolari di muoversi ed espletare varie mansioni, e durante la 2° G.M. essa fu un mezzo per combattere la guerra partigiana.
I Nazifascisti come aveva fatto il Gen. Beccaria ne proibirono l’uso ma cosi’ facendo bloccarono la produzione nel Nord Italia, infatti gli operai si spostavano con tale mezzo per recarsi al lavoro, e dovettero fare marcia indietro permettendone l’uso quotidiano. La bicicletta durante la guerra civile in Italia e’stata testimone di tante azioni, che persone coraggiose a rischio della propria vita  portarono avanti, tra di loro vi erano anche dei campioni di ciclismo i quali a causa della guerra non potevano gareggiare, tra essi vanno ricordati i campioni come Gino Bartali, Bevilacqua, Bottecchia, Ganna, Lorenzini, Pasotti, ed altri personaggi meno noti ma altrettanto coraggiosi che agivano come staffette per portare ordini e documenti a destinazione.

Paolo Rinaldi







IL CICLOCROSS

Oggi prendiamo in esame nel variegato mondo del ciclismo il ciclocross, e’ una specialita’ che si svolge normalmente tra Dicembre e Febbraio.
E’ uno sport molto diffuso specialmente nei paesi Tedeschi,Belgi ed Olandesi.
Chi gareggia su strada, si allena a questo tipo di sport per migliorare le capacita’ aerobiche e di potenza.
Il percorso di gara e’ un circuito che puo’ variare da 2,5 a 3,5 km, dove sono presenti degli ostacoli naturali, come viottoli scoscesi, siepi, scalinate, e ostacoli artificiali come tavole di legno alte circa 40cm e larghe quanto il percorso di gara distanti 4 m.l’una dall’altra, che obbligano il ciclista a scendere di bici.
La durata della gara varia dai 30’ per gli esordienti e le donne ( Allieve-Juniores- Elite) 40’ per Allievi ed Juniores. Gli Under 23 corrono per 50’ mentre le gare di livello superiore durano tutte 60’.
La Bicicletta
E’ un po’ diversa da quella da strada, deve avere doti di robustezza perche’ deve sopportare le sollecitazioni  del terreno. Ha la forcella piu’ larga ed alta, questo per evitare che il fango od altro materiale vegetale blocchi la ruota. I copertoncini sono piu’ larghi e con battistrada.
Vengono montati dei freni cantilever per avere piu’ spazio tra ruota e telaio per evitare il bloccaggio delle ruote.
Il movimento centrale e’ piu’ alto, circa 29cm da terra per proteggere la bici da urti ed avere una pedalata migliore usando leve piu’ lunghe (mm175). Vengono infine usate due moltipliche perche’ certi percorsi sono molti veloci, ed utile avere un mezzo che “risponda” in modo rapido.
L’allenamento
Viene effettuato su un percorso specifico da ciclocross, mantenendo per circa 10’-15’ la velocita’ di gara.
Poi un recupero di 5’ su sterrato a bassa velocita’ e portare la bici in spalla come allenamento al superamento di ostacoli.
Questo allenamento andrebbe svolta 5 volte a settimana , e finire  con quello su strada su percorso medio ondulato, poi un paio di giorni di recupero.

Paolo Rinaldi


Bicicletta elettrica

Uscira’ tra poco nel mese di Maggio una bici elettrica della SPECILIZED che permette velocita’ oltre i 45km/h con motore da 250 Watt con una batteria da 342 Wh, recupera energia nelle frenate ricaricando la batteria. Con  led per luci davanti e dietro. Si ricarica ad una presa elettrica completamente in due ore.  Comoda per girare in citta’ e non solo. Unico neo il costo che per ora si aggira intorno  a € 5.499.00


Paolo Rinaldi




LE SALITE IN BICI

Nel ciclismo il risultato finale viene deciso sui tratti piu’ impegnativi tenuto conto che la resistenza dell’aria durante l’avanzamento aumenta col quadrato della velocita’. La cronoscalata e’ una gara nella quale l’atleta deve percorre nel piu’ breve tempo salite con pendenze e lunghezze variabili.

Durante le gare ciclistiche assistiamo spesso a gruppi che affrontando le salite  cominciano a sgranarsi, e si mettono in evidenza  gli scalatori, essi sono avvantaggiati sia dalle loro capacita’ atletiche ma anche dal loro peso corporeo, rispetto ad un velocista che inesorabilmente perde terreno.
Se prendiamo in esame un corridore di 80- kg con una potenza di 400Watt, ed uno di 60kg con una potenza di 350 Watt, avremmo un rapporto peso /potenza per il primo di 5Watt/kg e per l’altro di 5.83Watt/kg.
Cio’ vuol dire che un corridore di minor peso esprime piu’ potenza di uno di maggior peso andando decisamente piu’ forte.
Bisogna tenere conto anche che il ciclista piu’ leggero ha una massa magra minore dell’altro, ecco l’importanza per coloro che sono dei passisti ridurre la loro percentuale di grasso corporeo, cercando di alleggerire il peso da portarsi dietro.
Allenandosi per le salite bisogna tenere conto del rapporto, della velocita’, della frequenza delle pedalate, e della frequenza cardiaca.
Tutti questi parametri possono essere ben gestiti e controllati attraverso un costante allenamento tenendo conto delle proprie  possibilita’ atletiche.
La frequenza cardiaca.  Affrontando una salita la frequenza aumenta  mantenendosi a livelli alti, ecco l’importanza per i corridori specialmente per i cicloamatori tenere  sotto controllo  i propri battiti con un cardiofrequenzimetro senza superare la propria soglia. In salita le pulsazioni aumentano di circa quindici (15) al minuto rispetto al normale.
Frequenza delle pedalate.  Questo e’ un parametro importante, infatti prevedendo di avere ( tenendo conto anche della pendenza della salita) sulle 60-70 rpm al minuto si potra’ usare un rapporto tale da consentire di mantenere tale frequenza.
La velocita’ di ascesa.  La frequenza della pedalata ed il rapporto sono direttamente proporzionali. Qui entrano in gioco le capacita’ fisiche personali; cioe’ chi riesce a mantenere ritmi elevati di pedalate aumentando la velocita’e mantenendo un rapporto costante, risale piu’ velocemente.
I rapporti. Essi sono connessi alla pendenza della salita ed alla frequenza di pedalata, e’ consigliabile allenarsi con moltiplica piccola con frequenze di pedalate elevate. L’allenamento puo’ cosi’ suddividersi: 1° fase.  Aumentare la capacita’ aerobica in salita 2° fase. Al miglioramento della potenza aerobica (La potenza aerobica e’ la capacita’di compiere un lavoro consumando ossigeno) e capacita’ anaerobica ( E’ la capacita’ di lavorare con alte concentrazioni di lattato nel sangue. Aumentando l’andatura l’ossigeno non basta per sostenere lo sforzo).  3° fase. Perfezionare tutte le capacita’ acquisite per arrivare alle gare di cronoscalate in perfetta forma. L’acido lattico e’ prodotto dall’organismo durante un’intenso esercizio fisico in assenza d’ossigeno. Esso va nelle fibre muscolari e poi nel sangue trasformandosi in glucosio.
L’acido lattico porta l’atleta ad un’affaticamento muscolare, si smaltisce rapidamente, ma il dolore ai muscoli rimane anche il giorno dopo.
Se possibile prima della gara informarsi della lunghezza del percorso e relative pendenze, questo per poter ottimizzare il proprio allenamento.

Paolo Rinaldi


PROLUNGHE PER GARE A CRONOMETRO


Le prolunghe montate sul manubrio hanno la funzione principale di far assumere al ciclista una posizione  aerodinamica.
Gli avambracci vanno a posizionarsi sugli appositi incavi, permettendo al ciclista una postura del corpo a cuneo, offrendogli al tempo stesso la possibilta’  di prendere il manubrio  per avere ulteriori posizioni.
Esistono diversi tipi di prolunghe, quelle da crono saldate in blocco col manubrio, e quelle da montare al manubrio tradizionale, che permettono, per rilanciare la velocita’ della bici, di afferrare il manubrio sulla parte piu’ larga.
Altro tipo di prolunghe di forma diversa sono quelle corte note anche come “spinaci”, esse hanno una doppia funzione quella aerodinamica ed avere un appoggio nelle salite per un aiuto durante lo sforzo.
Oggi i professionisti, ma anche i cicloamatori adoperano le prolunghe trovando notevole aiuto per chi si trova a pedalare da solo specie nelle crono individuali.
Bisogna fare attenzione specialmente le prime volte, perche’ appoggiando le braccia sulle prolunghe, i movimenti delle spalle imprimono alla bici un movimento che ne modifica la direzionalita’.
Nelle gare ufficiali inizialmente la federazione ciclistica le dichiaro’ fuori legge ed abbandonate, ma i oggi vediamo che i professionisti  le usano regolarmente e ne traggono beneficio specialmente pedalando da soli e controvento.
Oggi ne esistono diverse tipologie e forme in alluminio ed in carbonio unendo la leggerezza alla resistenza.
Bisogna fare attenzione ad acquistare un prodotto adeguato in funzione del manubrio che possediamo e la sua compatibilita’.

Paolo Rinaldi







La dieta

La pratica dell'andare in bici vista con l'occhio del cicloturista, è spesso collegata alla ricerca del benessere fisico e mentale. Molti sport ma il ciclismo in particolare riesce quasi in modo naturale a far assumere comportamenti alimentari decisamente migliori rispetto a quelli che ognuno di noi aveva prima di salire in bici. Le motivazioni sono molteplici ma certamente una delle più importanti è la percezione che abbiamo tra l'ottimizzazione delle abitudini alimentari e le proprie performance psico-fisiche.
Molto è scritto sulle diete diversificate tra allenamento leggero, pesante, gare, gran fondo ecc.. qui vorrei riportare alcune semplici regole che il cicloturista può seguire con facilità.

- Prima dell'allenamento (almeno 1-1,5 ore prima) consigliato un piatto di pasta all' olio di circa 80-100gr o in alternativa 2-3 fette biscottate con marmellata o miele 1 spremuta o un succo di frutta

- Durante l'allenamento è importante l'utilizzo di una bevanda isotonica a base di acqua con aggiunta di sali minerali e carboidrati a basso indice glicemico (es. maltodestrine) e a seconda della lunghezza del percorso l'aggiunta di alcune barrette o gel mediamente ogni 45 minuti 1 ora

- Dopo l'allenamento è importante il reintegro di carboidrati in forma semplice come glucosio, saccarosio e destrosio in misura di 50-100gr entro la prima ora e mezzo. Altrettanto importante è anche il reintegro degli aminoacidi di cui il muscolo si è impoverito durante l'attività.

Infine vorrei ricordare di:

-Evitare fritture, condimenti pesanti e alcool
-Ridurre il consumo dei grassi saturi
-Evitare alimenti difficili da digerire come i latticini nelle due ore precedenti l'allenamento
-Assumere alimenti contenenti vitamine antiossidanti A-C-E dopo l'allenamento per contrastare i radicali liberi prodotti dai meccanismi ossidativi durante l'esercizio

------------------------------------------------------------------------------------------------------




VELOCITA' DELLA BICI


Spesso i ciclisti si domandano, ma quanta velocita’ esprimo con la mia bici in  funzione dei pignoni montati alla ruota?
Sul manubrio della bici viene applicato un computer, il quale registra valori che sono :
La velocita’ attuale
La velocita’ media
La massima velocita’
Il percorso in km effettuato
Un odometro che registra il totale dei km percorsi
Cio’ che permette tali registrazioni e’ un numero, che altro non e’ che la misura della circonferenza della ruota trasformata in retta.
Infatti se noi con la valvola della ruota nel punto morto inferiore ne segnamo l’inizio in terra con un gesso e facciamo ruotare la bici in avanti fino a che la stessa valvola non ricade nel punto morto inferiore, otteniamo un valore che rappresenta la misura della ruota.
Quel valore si puo’ differenziare tra una bici e l’altra soltanto in funzione del tipo di fascioncino adoperato, normalmente varia da m.2110 a 2.115 +/- per fascioncini 700x 23.
A titolo di esempio prendiamo in considerazione il pacco pignoni cosi’ formato:
12-13-15-17-19-21-23-25-27
Davanti abbiamo le moltipliche 50/34
Essendo la “gola” della moltiplica (per gola s’intende l’incavo tra dente e dente) uguale alla “gola” del pacco pignoni, esiste un rapporto.
Se noi vogliamo vedere quanti metri sviluppa la nostra bici con un rapporto 50/12
Avremo= 50:12 x il n° fisso sopra citati ad esempio 2.120 otterremo metri 8.83, cioe’ con una pedalata copriamo una distanza di m. 8.83.
Quindi se facciamo una pedalata al secondo per una ora svilupperemo una velocita’di Km/h= 31.788 e cosi’ via per gli altri rapporti. E’ chiaro che se aumentiamo la frequenza delle pedalate la velocita’ aumentera’ di conseguenza.

Paolo Rinaldi





La posizione sulla sella




Oggi prendiamo in esame la sella, la cosa e’molto’importante perche’ una  posizione sbagliata puo’ procurare dei problemi  fisici non indifferenti.
La regolazione della sella permette la modifica dell’avanzamento, dell’arretramento ed altezza.
Si dice che la sella dovrebbe essere perfettamente in bolla col terreno, ma non sempre e’ cosi’.
Bisogna tenere conto innanzi tutto del tipo di sella, alcuni modelli hanno la parte posteriore  rialzata e ne va tenuto conto, perche’ adoperando la  livella bisognera’ spostare la  stessa in avanti di qualche cm. rispetto alla parte posteriore.
Regolare male la sella in questa operazione cioe’ troppo alta, puo’ provocare intorpidimento, o troppo bassa, un’affaticamento delle braccia se il peso del corpo scivola in avanti.
Altezza della sella. Bisogna tenere conto dell’altezza del cavallo del ciclista, la quale va moltiplicata x 0.65 per la bici da corsa, e di 0.55 x la mountain bike, per avere la misura del piantone.
invece bisogna moltiplicare per  0.885per avere l’altezza  della sella dal movimento centrale, e per 0.635 per avere la misura tra la punta della sella ed il manubrio.
L’arretramentro della sella. E’ dato dalla distanza tra le rette parallele perpendicolari al terreno, che passano per la punta della sella ed il centro del movimento centrale.
Per avere una misura piu’ veloce e pratica, bisogna mettersi in sella e regolare la medesima in modo da toccare col tallone il pedale a gamba tesa.
In conclusione, ci possono essere delle variazioni tenendo conto delle esigenze ed abitudini nel modo di pedalare del ciclista, e delle varieta’ di selle presenti sul mercato



Paolo Rinaldi



LA SCELTA DELLA SELLA

Dopo aver preso in considerazione il posizionamento della sella sulla bici, oggi prendiamo in esame i vari tipi di selle.
Chi e’ alle prime esperienze di bici non fa tanto caso al tipo di sella montato, essa e’ un elemento importante in quanto gran parte del peso del ciclista si scarica su di essa.
La prima volta che i neofiti montano sulla bici, dopo l’allenamento, possono avere torpori ed indolenzimenti.
Quindi oltre a farci come si dice il “callo” e’ importante quando si acquista una bici, fare molta attenzione alla scelta della sella.
Certo con la varieta’ di modelli oggi presenti sul mercato la scelta puo’ risultare difficile, ma le caratteristiche da prendere in considerazione sono il peso e l’estetica.
La sella e’ composta da un telaio che la sostiene e da la possibilita’di collegarla al reggisella con un canotto di solito d’alluminio, acciaio, titanio, o fibra di carbonio.
Lo scafo incastrato nel telaio da cui dipendono la forma e l’elasticita’ puo’ essere costruita con materie plastiche o di carbonio.
Nei punti di contatto ci possono essere inseriti degli elastometri a vantaggio dell’assorbimento delle vibrazioni.
Abbiamo poi l’imbottitura, la quale puo’ evitare fastidiosi indolenzimenti, specie chi sta molte ore in bici.
Viene utilizzata una schiuma poliuretanica, la piu’ usata, il cui spessore varia secondo i punti che dovra’ sostenere dando forma alla sella.
La copertura e’ fabbricata in pelle o materiale sintetico facendo attenzione a permettere una buona traspirazione e di disperdere l’eccessivo calore.
Nelle selle da crono, tendendo il ciclista ad avanzare sulla sella, vengono messi degli inserti antiscivolo.
Infine abbiamo le selle col buco, costruite per alleggerire la pressione nella zona perianale e lo schiacciamento sulla prostata.
Comunque solo con un prova pratica potremo stabilire quale tipo di sella sia adatta a noi.


Paolo Rinaldi




IL TELAIO

Per l’acquisto di una bici da corsa molte sono le attenzioni che dobbiamo porci, una di queste e’ il telaio, struttura portante della bici.
La fibra di carbonio e’ un materiale i cui fili di carbonio vengono intrecciati formando un tessuto, e dopo vengono affogati in una resina polimerica proteggendo e mantenendo la fibra nelle forme volute, avendo come finale un materiale leggero e resistente.
Questi filamenti di carbonio intrecciati tra loro, vengono messi in uno stampo orientato e sovrapposto in funzione delle caratteristiche che dovra’ avere il prodotto finito, ed impregnato di resina epossidica.
Lo stampo viene chiuso e messo in autoclave ad alta temperatura e pressione. L’alta temperatura indurira’ la resina, mentre la pressione manterra’ la struttura aderente allo stampo favorendo l’eliminazione di bolle d’aria.
A  secondo del sistema usato i telai possono essere classificati in assemblati e monoscocca.
I telai assemblati vengono costruiti unendo i tubi di carbonio mediante congiunzione o fasciatura con appositi giunzioni di carbonio.
Nei telai monoscocca, l’unione dei fili avviene attraverso una fasciatura con pelli di carbonio e con resine epossidiche.
Dopo l’essicazione e’ difficile distinguere un telaio fasciato da uno monoscocca.
Vantaggi. Teoricamente ha prezzi piu’ bassi, con pochi stampi si possono produrre diversi telai senza aumentare il prezzo con diverse geometrie e taglie.
Svantaggi. I modelli di media e bassa gamma pesano di piu’ di un telaio monoscocca di uguale livello.
I telai monoscocca vengono costruiti con uno stampo unico e non uniti da piu’ parti, ad esclusione del carro che verra’ aggiunto in un secondo tempo. Abbiamo un guadagno in leggerezza in quanto non essendoci punti di giunzione e’ possibile aver una distribuzione di pelli uniformi.
Vantaggi. A parita’ di gamma i monoscocca sono piu’ leggeri di quelli assemblati.
Svantaggi. Per ogni misura c’e’ bisogno di un grosso stampo che e’ costoso, per questi telai il numero di taglie e’ limitato.
E poi c’e’ il costo che e’ elevato.
Conclusioni finali
Il vantaggio di avere un telaio in carbonio e’ che pesano di meno rispetto a quelli in metallo, mantenendo inalterati la leggerezza, la rigidita’ ed il confort.
E’ possibile ottenere forme particolari specialmente per bici da crono ed efficaci dal punto di vista aerodinamico.
Confrontandoli con telai in metallo, quelli in carbonio sono piu’ fragili, sopportano male le sollecitazioni per cui non sono stati progettati, vanno maneggiati con cura.
Infine il prezzo, non sempre il prezzo e’ giustificato rispetto ai reali vantaggi.
Ad un telaio in carbonio, oggi e’ preferibile un buon telaio in alluminio,  che garantisce uguali prestazioni se non migliori, ad un costo minore.



Paolo Rinaldi





LE RUOTE

La  ruota e’ costituita da un cerchio, un mozzo, dai raggi ed una copertura.
I MOZZI
In funzione del diametro e dei cuscinetti montati, essi influiscono sulla scorrevolezza e rigidita’della ruota
Essi sono’ fissati al telaio con un bloccaggio a sgancio rapido.
I RAGGI
Influiscono sulla aerodinamica , sulla rigidita’ ed il peso della ruota. Essi variano per il tipo di materiale adoperato, per il peso, la forma, la lunghezza, il numero, e la disposizione sul cerchio.
I CERCHI
Possono essere a basso, medio, ed alto profilo e lo spessore puo’ influenzare la resa della ruota.
CERCHI A BASSO PROFILO
Sono  da preferire per i percorsi con numerose salite e discese. Sono leggeri, ma sono svantaggiati dal punto di vista aerodinamico.
CERCHI A MEDIO PROFILO
Sono una via di mezzo tra il basso ed alto profilo, e sono favoriti per percorsi avvallati e misti.
CERCHI AD ALTO PROFILO
Dal punto di vista aerodinamico sono piu’ efficenti rendendo la ruota piu’ rigida. Sono da preferire per le alte velocita’e per la pianura.
Oggi la tecnologia ci permette di scegliere vari tipi di ruote; quelle piu’ usate anche dai professionisti sono quelle al carbonio, che sono piu’ leggere dell’alluminio. Queste sono state progettete per usarsi con coperture tubolari.
Infine bisogna prendere in considerazione il tipo di copertura da adoperare.
Oggi i cicloamatori adoperano per la stragrande maggioranza il copertoncino con camera d’aria, perche’ il costo  e’ minore, anche se va a scapito del peso rispetto al tubolare.
Le ruote in carbonio che montano i copertoncini hanno bisogno di una “spalla” nel cerchio di rinforzo, e pesano di piu’ di quelli d’alluminio, mantenendo i difetti che sono  il costo, i pattini speciali dei freni, e sul bagnato hanno minor efficacia.
Infine abbiamo la serie delle ruote speciali, come quelle a razze e lenticolari, queste sono piu’ aerodinamiche, ma sono piu’ pesanti e possono creare dei problemi con vento laterale, ed hanno maggiore inerzia, e sono indicate per gare a cronometro e su percorsi in pianura e lunghi rettilinei, e mantenere velocita’ elevate.
Comunque oggi il mercato ai cicloamatori offre la possibilita’ di una vasta gamma di ruote per tutte le tasche ed esigenze.



Paolo Rinaldi








Nessun commento:

Posta un commento